Contadini, cavatori, operai, bottegai, impiegati, artigiani, imprenditori, architetti, ostetriche, medici, borghesi, sacerdoti, monaci, suore, nobili, poeti, scrittori, artisti, registi, fattucchiere, eremiti… vissuti alle falde del Vesuvio, le loro imprese e il racconto della propria vita coi ricordi di se stessi e del loro tempo, i suoni, i canti e i profumi che mutano inesorabilmente, talvolta solo in parte, come il paesaggio dominato dallo “sterminatore”, un vulcano che non rare volte s’è svegliato dal suo letargo e ha disseminato il panico tra la gente che gli vive accanto. “La Gente del Vesuvio”, di ieri di oggi e forse di domani, vulcanica come la terra che l’ha generata o l’ha vista arrivare da altri lidi per restarci un po’ o per sempre, si presenta in questi rapidi e sapidi racconti per ciò che è stata davvero, con la sua insita e spontanea sincerità, quasi sempre spensierata e allegra, ma piena di sofferta malinconia nei suoi immancabili giorni di pena, quelli che non possono essere taciuti e si fa fatica a tenere nascosti con un forzato sorriso.